Cenni Critici

Laura Lepore disegni a matita Sogno-d'estate_acrilico su tela

Questi sono alcuni cenni critici alle opere espressi da critici e storici dell’arte

Laura Lepore è un’artista particolarmente attenta come interprete dei movimenti della nostra società e lo fa con una capacità e una tecnica molto ben dosata e di chiara riconoscibilità. Ha una conoscenza cosmopolita della vita e del mondo ed una cultura classica che mette al servizio dell’arte con maestria e padronanza cromatica specialmente nelle sue figure muliebri.
Dott. Enzo Nasillo, critico d’arte
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Laura Lepore, poliedrica, istintiva e professionale, spazia con maestria dai disegni matita agli acquerelli, dalle tecniche miste agli oli e agli acrilici. La sua arte è proprio messa in scena, nel senso che la figura o il soggetto recita la parte d’un discorso più ampio: ogni singola componente estetica è elemento efficace, sensibile d’un complesso meccanismo teso a svelare ciò che si nasconde dietro le apparenze, i veli, le finzioni della società. I colori vivificano una forma articolata, talora onirica, verso la liberazione dagli stereotipi di un uni-verso precostituito. Opere intense ed originali.
Il Corriere dell’Arte – Courrier Des Arts   Anno XXII n. 6  29 Aprile 2016

 

I dipinti di Laura Lepore ci conducono ad analizzare e a riflettere sull’inconscio dimostrando come il ritratto sia lo strumento migliore mediante il quale indagare nelle profondità dell’animo umano; tali ritratti conservano quell’atmosfera fiabesca prevalente nella pittorica dell’artista ed in parte derivata dall’interesse per gli illustratori russi che va ad unirsi ad un interesse per la resa dei particolari e per la composizione delle scene dal taglio quasi cinematografico.
Dott.ssa Francesca Callipari critico e storico dell’Arte.

 

Un’artista dalle singolari propensioni fantastiche i cui interessi sono rivolti alle terre poste ai confini dell’Europa. Con grazia infinita e con sussurro leggero il suo immaginario vaga nelle terre iraniane, nell’Arabia antica e nella Russia medievale, quei luoghi che hanno trovato i propri interpreti in alcuni grandi illustratori russi, come ad esempio Léon Bakst, autore di molte splendide scenografie fra le quali trova un posto di particolare rilievo quella per la Shéhérazade di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Anche Laura Lepore ha curato raffinate scenografie che sono nate parallelamente al suo impegno pittorico nel quale emergono come protagonisti personaggi delle fiabe e delle leggende che hanno trovato in Russia condizioni di sviluppo particolarmente favorevoli sia in campo artistico che in dimensione musicale e letteraria. Basti ricordare le opere del primo Vasilij Kandinskij, le storie musicali e i balletti di Igor Stravinskij o le fiabe raccontate da Afanasij Nikitin.
Autrice di una produzione molto particolare per i contenuti, interessante per i ritratti, in particolare quelli muliebri, Laura Lepore può vantare al suo attivo anche un notevole livello tecnico che illustra non poche opere di ammirevole qualità stilistica.
Prof. Aldo Maria Pero_ Movimento dell’Arte del XXI secolo 

 

Laura Lepore ha realizzato, delimitandoli all’interno di una cornice, i ritratti a mezzo volto di due giovani, un uomo ed una donna, che paiono collegati da terminali, da misteriose cariche energetiche, che simboleggiano le connessioni che ormai ci legano tutti in una enorme rete da cui è necessario non farsi inglobare oltre il lecito.
Edoardo Di Mauro Direttore artistico del Mau Museo di Arte Urbana a Torino e Vice Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

 

Ho conosciuto le opere di Laura Lepore grazie alla sua esposizione di luglio 2022 a Torino, e mi hanno subito colpito per la loro natura sognante e preziosa. L’ispirazione maggiore è un Oriente vicino, europeo o meglio ancora slavo. La figura femminile, protagonista indiscussa, diventa icona bizantina su uno sfondo nero laccato, l’odalisca da balletto russo oppure la socialitè anni ‘20 che la guarda in platea, o ancora, senza tempo né luogo, nasconde un simbolo buddista nell’orecchino. Altrove l’uso dell’oro si fa più nervoso e ricorda Klimt. Nei dipinti di paesaggio altre citazioni, come il movimento fantastico di uno Chagall, o la plasticità della Lempicka in alcuni ritratti, ma anche sconfinamenti pop-metafisici tra film e romanzi di fantascienza. La vena fiabesca, evidente negli acquerelli, è forse il filo conduttore di tutta la produzione, dal mistico al giocoso, passando per le mani della moira Lachesi.
Claudio Sidoti Agosto 2022 Personale Я ESISTENZE

 

Se le emozioni dovessero mai smettere di manifestarsi, chiunque ne avesse nostalgia potrà ritrovarle ancor più intense fra i dipinti e nel cuore di Laura Lepore.
Maestro d’Arte, grafico e pittore Giorgio Giorgi Mostra Personale, Torino 2018

Ipnotiche ed esotiche digressioni tra sfuggenti combinazioni e sovrapposizioni di nostalgie orientali. Mille porte da attraversare, mille storie da procrastinare.
Dal tramonto all’alba tra notti dissolte ed avventure dissolute. Mille storie dentro altre favole.          Incapsulate dentro il sogno infinito della pittura, forme dentro altre forme, litanie e narrazioni infinite, abbagliate dalla luce che interrompe un epilogo atroce. Oasi di tranquillità, tra amore, ombre e crudeltà.
Storie sfuggenti su tappeti volanti, forme evanescenti destini incandescenti.
Reverie ad occhi aperti, tra stati di semi-veglia affacciati sull’enigma, sempre più in sintonia con un cosmo di storie implose. Un punto di svolta permanente,gettati oltre la soglia, nel punto di transizione tra ciò che “non è ancora… ma già non è più”, pronti ad abbracciare tutta l’incertezza della transizione, cercando non l’evidenza delle cose, ma l’evanescenza che deborda oltre i contorni del riconoscimento abbracciando il mistero dei sogni tra i segni del tempo. Fotosensibili, navigano nella luce, dialogando cl vento, sospinte dal mantra di una identità ripetuta lasciarsi perdere nel tempo postmoderno di simulacri di mondi. Tutto diventa Altro grazie alla fantasia mito-poetica e all’istinto metamorfico dell’immaginazione tra scie e rifrazioni sinuose di onde di linee: una incessante anarcoide divagazione, un detour attorno al demone della creazione. Mondi immaginari, luoghi postmoderni, citazioni retro-futuriste possono convivere in uno stile di rappresentazione che abolisce la contraddizione, un universo della rappresentazione che ha abbandonato la
logica del principio di realtà e dando vita a un immaginario dove mondo materiale e spirituale, si condensano in uno spirito vegetale, lento e inesorabile, fatale e letale. Sottili giochi di arabeschi lasciamo emergere nodi di tempo liquido, sincretico e complicato. Narrazioni dentro le narrazioni, storie non lineari auto-incluse in un circuito avvolgente ma che si avvolge come la tela dei fantasmi dell’interiorità. La data si ripete ma non segna mai la stessa ora, la ripetizione differente rivela l’inganno dell’identico e l’attitudine al mistero. Si perde l’innocenza ma non la grazia della conoscenza, come l’azione di una forza naturale mossa dalla spinta trascendentale della ricerca della bellezza. Il disegno unisce alla precisione microscopica una qualità descrittiva entomologica per un mondo ibrido destinato alla mutazione nella
continuità dello stile. Grafie intinte nella bivalenza dei segni, ma solo in apparenza inconseguenti: già gettate oltre il recinto di un realismo magico o di una astrazione concreta.
Volti saturi di personalità, presenti nell’intimità con il proprio carisma, indifferenti al sensazionalismo. Volti appartati nella consapevolezza. Ritratti da meditazione, lenti distillazioni di toni, tratti, vibrazioni. Solo ritratti sapientemente selezionati in grado di ispirare con un carisma naturale, sguardi
predestinati ad una perfetta condensazione della personalità. I sintomi di un carattere, i gesti, le posture inconsce, la presenza corporea nello spazio, il modo dell’epidermide di restituire la luce: l’irriducibile identità individuale che risponde alla luce. na indefinita tensione si raccoglie in un bagliore
improvviso, un pudore inaspettato, un ritrarsi di protezione compreso tra i movimenti degli occhi, compresso tra anime in un tentativo di comunicazione. Colore passione, diramazione centrifuga dell’azione istintiva pittorica.
Apparizioni che di-svelano il potere profondo della seduzione arroccata su una forma incantata. a micro mimica facciale è una sequenza di variazioni di movimenti brevissimi che segnano avvicinamenti cosmici e distanze abissali. La cartografia dei movimenti del volto è un atlante per una esplorazione in grado di cogliere sintomi, movimenti involontari, atti rimossi estromessi dal profondo dell’inconscio, una indefinita tensione trasformata nella magia dell’espressione che cattura l’attenzione. un Mondo, insieme mentale ed animale. Un delizioso turbamento recepisce la scossa nervosa suscitata dalla bellezza di un corpo d dove tutto sempre, inaspettatamente muta fin dentro le fibre nervose sottocutanee. Donne irraggiungibili, ma vere, come il mito di una bellezza sempre in fuga che si rinnova per successive allegorie ereincarnazioni. L’anima della bellezza è una metempsicosi sempre migrante tra nuovi corpi che volta per volta rappresentano l’occasione per una fuggevole apparizione in una nuova icona avvolta nel mistero. Il cuore in fiamme della passione, l’anima dark di una bellezza fatale, onde di colore, pulsioni cromatiche. Pericolose sirene postmoderne cantano melodie irripetibili e incantano con il magnetismo di una forma che lotta contro la
latitanza dello sguardo contemporaneo troppo ricco di distrazione. Colore passione, diramazione centrifuga dell’azione istintiva pittorica. Apparizioni che di-svelano il potere profondo della seduzione arroccata su una forma incantata e poetica. Oltre il puro significante pittorico, il corpo della bellezza è un tessuto di segni ironici e ludici, di diramazioni eccentriche fatte di ispirazioni improvvise ed aspirazioni ideali, ma anche di traspirazioni vitali e di espiazioni necessarie per il peccato originale della bellezza.
La pittura di Laura Lepore è come un viaggio su un orient-express post-moderno che attraversa lentamente l’Europa in una notte fuori dal tempo tra personaggi letterari, avventurieri, fammes fatale, nobili decaduti, dove il mistero del fascino che sale improvvisamente su una carrozza, può sedurre come la reincarnazione di sogni già sognati ma già pronti a scendere alla prossima stazione e riavvolgersi nella nebbia.
Vittorio Raschetti Giornalista, saggista e critico d’arte.

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